martedì 4 ottobre 2011

7 dicembre 2010: LA VERA RIVOLUZIONE NON SI FA IN UN GIORNO SOLO, SI FA CAMBIANDO LA PROPRIA VITA


La vera rivoluzione non si fa chiudendo i conti in banca, cosa impossibile essendo, quei pochi che lavoriamo, tutti o quasi pagati con stipendi nelle banche.
La vera rivoluzione si fa non mangiando più carne e non mangiando o mangiando il meno possibile prodotti di allevamenti intensivi, meno latte e uova che provengono da allevamenti nazisti con mucche, pecore, polli, vitelli, maiali, ecc. torturati dalla nascita alla morte e milioni di pulcini triturati alla nascita, alimenti innaturali, frutto di estrogeni, antibiotici, farine animali, farmaci il più schifosi possibile, alimenti perciò tutti cancerogeni, obesogeni, diabetogeni, osteoporogeni, eccetera, che ci rendono complici del peggior inquinamento e della peggiore deforestazione, e dell'affamento dei popoli privati dei cereali dati agli animali per farcene bistecche.
La vera rivoluzione si fa non vaccinandoci e non consumando farmaci o prendendo solo quelli davvero necessari, non credendo nella propaganda terroristica medica-mediatica-farmaceutica che ci ordina una falsa prevenzione e dei controlli e delle medicine spesso davvero causa di invalidità nostra o dei nostri figli, infarti e ictus sempre occultati dalle autorità sanitarie “pubbliche e private” (ricercatori pagati dalle stesse case farmaceutiche e gli enti di controllo statali che notoriamente non controllano mai un c. e che sono regolarmente complici dei grandi assassini), causa di depressione, tendenze suicide o omicide, eccetera…
Si fa non andando in macchina, non comprando auto e non consumando benzina, o insomma, limitandola al minimo.
Lavorando e spendendo meno e smettendo di inseguire gli status symbol e smettendo di farsi infrollare il cervello dalla televisione, smettendo di vedere le stronzate in tv, in primis le perverse e morbose telenovelas montate dai giornalisti su orribili omicidi, anzi, ahimé, femminicidi.

Si fa preparandosi in casa i prodotti di pulizia per la casa, non comprando più quelli inquinanti, cancerogeni, e testati su animali, smettendo di avvelenarsi con fumo alcolici e droghe legali e illegali che così come sono oggi da noi rappresentano la punta estrema del consumismo e dell’induzione all’insensibilità e all’inconsapevolezza, cancerogeni anch’essi, soldi dati alle mafie legali e illegali, e causa di orribili incidenti e immani tragedie.
La vera rivoluzione si fa non tenendo la televisione e la radio accesa inutilmente, solo “per farci compagnia”, così ingurgitando milioni di pubblicità che perpetuano questo sistema, la vera rivoluzione si fa coltivandoci le nostre verdure, sì anche a me viene da ridere pensando a una frase così, e mi rendo conto in questo modo di tutto il lavaggio del cervello di cui siamo vittime: si dice andare a zappare, contadino, braccia rubate all’agricoltura, con disprezzo, come un insulto, come se l’agricoltura che è stato il nostro maggior modo di sostentarci per milioni di anni fosse la cosa più vergognosa, più disdicevole, più umiliante, mentre agricoltura vuol dire conoscere i cicli della natura, essere in armonia con essa, col cielo, col tempo, con la terra, e quindi con noi stessi che siamo sempre a metà tra cielo e terra, così come siamo stati abituati e indottrinati a dire: adulti e vaccinati, tagliare la testa al toro, auguri e figli maschi… mentre la parola vecchio è diventata un’offesa, bisogna dire un eufemismo insipido e questo sì abbrutente: bisogna dire “anziano”, perché associamo a tutto ciò che è vecchio non più la saggezza, l’esperienza, la maturità, la conoscenza; associamo alla vecchiaia solo il non essere più possibili candidati del grande fratello, miss italia, le veline, candidati e candidate alla prostituzione al potente di turno, associamo alla vecchiaia le discariche, l’immondizia, il non più utilizzabile, il marcio, l’andato a male, lo stantio, così come siamo stati indottrinati a definire “uomo” anche le donne, e con aggettivi sempre maschili anche tutto ciò che e femminile: a una moltitudine di donne dovremmo rivolgerci al maschile se tra queste ci fosse un solo uomo…
La vera rivoluzione si fa non vivendo in funzione del denaro, non comprandoci l’acqua minerale, in milioni di bottiglie di plastica, si fa entrando nei negozi per comprare solo ciò di  cui abbiamo bisogno, scappandone subito via, senza farci incantare né dalla televisione, né dai giornali né da internet sulle magnifiche sorti e progressive del materialismo-consumismo-capitalismo, pensando che la felicità ci verrà da un nuovo cellulare, orologio, paio di scarpe, vestito o automobile.
Il materialismo-consumismo-capitalismo ci ha ormai mostrato la sua vera natura e le sue vere conseguenze: esso è solo fonte di infelicità, malattie, miseria, morte, disoccupazione, guerra, debito, usura, guerra, sfruttamento di esseri umani e animali, disuguaglianza, violenza, razzismo, discriminazione, ingiustizia, inquinamento, distruzione del pianeta, manipolazione e inganno.
Perché non smettiamo di credere in tutto ciò, e non cominciamo a credere in noi stessi e noi stesse?
                       6 dicembre 2010
                                                                       Bruno De Domenico
    

         

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