sabato 15 ottobre 2011

Finalmente gli umani capirono

Finalmente gli umani capirono che potevano raggiungere la felicitá, la pace e la salute, non torturando gli animali, ma contribuendo alla loro felicitá!
Gli umani capirono che educare tutti i loro figli a rispettare al massimo la natura, dal piccolo albero fino al gattino e alla mucca, assicurava di per sè il massimo rispetto anche di tutti loro, dai bambini alle donne, ai vecchi, agli handicappati.
Prima di allora si pensava che gli animali venissero in secondo piano, e che fosse possibile educare un mondo alla pace permettendo i macelli, la vivisezione, le pellicce… e invece si resero conto che pensare così era tanto folle quanto pensare di costruire un palazzo partendo dal soffitto!!!
Proprio la salvezza degli esseri piú indifesi erano la vera garanzia che nessuno avrebbe alzato il braccio contro altri esseri umani piú deboli, e non solo per paura di giudici, polizie e carceri, e neanche dell’inferno, ma perchè gli era stato insegnato, semplicemente, che quella sarebbe stata la loro prima fonte d’infelicità, che la violenza contro ogni animale era sia indice, che fonte di sofferenza, e senz’altro avvisaglia di altrettanta violenza che prima o poi sarebbe stata perpetrata contro umani.
Nessun bambino felice avrebbe fatto del male a un animale, che bisogno ne avrebbe avuto? E se non lo avesse fatto un bambino felice, perchè avrebbe dovuto farlo un uomo?
E se nessun uomo avrebbe alzato la mano contro altri uomini, come avrebbe potuto essere possibile la guerra?
E infatti proprio quello era il punto! La violenza contro gli animali era possibile proprio perchè questa aveva sermpre reso possibile, storicamente, la violenza contro gli esseri umani.
Lo sterminio di animali aveva reso possibile lo sterminio di esseri umani, i bombardamenti a tappeto, Hiroshima e Nagasaki, Auschwitz e Treblinka, i gulag, i massacri dei Khmer rossi, i complotti imperialisti finalizzati a impadronirsi del mondo…
Tutto ciò era stato appositamente creato, organizzato e perpetrato da uomini senza coscienza che avevano “educato” l’umanità a distruggere il proprio corpo innanzi tutto con le vaccinazioni, poi l’ambiente con l’inquinamento, il consumismo, gli sprechi più aberranti, il capitalismo e il materialismo piú stupidi e distruttivi.
Tutto ciò aveva portato a dare la prioritá, peggio, a considerare come sole cose importante lo “sviluppo”, la “ricerca”, “la crescita economica”, “la moda”, e a posporre in ultimo piano il rispetto della natura, della pace, della salute umana, della vita e della felicitá degli animali e di noi stessi, genere umano.
In altre parole, eravamo stati convinti che la necessità per poche famiglie di avere tutto l’oro del mondo – perchè alla fine questa era la verità: erano sempre poche migliaia nel mondo a possedere il 90% di tutte le “ricchezze economiche del pianeta” – era più importante della vita, della felicitá di tutti gli umani e di tutti gli animali, di tutte le piante, i laghi, i fiumi, i mari, le montagne, le foreste…
In realtà è sbagliato parlare di uomini che avevano creato in quanto questi uomini erano per loro natura distruttori, non creatori.
Le vere creatrici erano sempre state le donne. Erano le donne, dalla notte dai tempi, che oltre a partorire, ad allattare e ad allevare i figli, spesso da sole, avevano sempre dato la maggioranza del sostentamento prima con la raccolta dei frutti della terra, poi con l’agricoltura e l’allevamento, a fare chilometri ogni giorno per prendere l’acqua ai pozzi, nelle zone aride.
Di fatto l’uomo aveva sempre invidiato la forza, l’autosufficienza, la sensibilità della donna, e la sua prodigiosa capacità di creare, che la poneva sempre al di sopra di lui. Per mascherare questo complesso di inferiorità, aveva cominciato a dominarla, da sempre, creando religioni tutte improntate al sesso maschile, dove dio era sempre maschio, e anche là dove dio non c’era, o non se ne parlava, comunque l’uomo dominava come intrmediario tra gli umani e l’altro mondo, come interprete delle scritture, addirittura come unico detentore dell’anima.
Per evitare di essere sopraffatto, e per soffocare il femminile in sé, di cui l’uomo aveva una terrore primordiale, si era messo a sterminare per secoli le donne ribelli che non volevano sottostare alle autorità pretesche e comunque maschili, e aveva bruciato migliaia, o forse milioni di donne, aveva sterminato gli omosessuali, aveva sempre coperto e oppresso le donne sia chiudendole nei monasteri e riducendole a schiave dei mariti, che potevano ripudiarle in ogni momento, sia coprendo i loro bellissimi corpi dietro orribili veli che le facevano sembrare fantasmi.
Inoltre, aveva basato il mondo sui peggiori disvalori maschili, i disvalori di chi non può creare: la guerra, la sopraffazione, l’accumulo a benficio personale, anche se questo avrebbe causato la morte per fame di milion di persone.
Business is business, dicevano gli uomini, e “Lo show must go on”. Lo show della distruzione del mondo.
Eppure l’accettazione del femminile e la sua liberazione, grazie prevalentemente alle stesse donne, era stato il primo passo e senz’altro uno dei più determinanti nel futuro.
Imparato ad accettare e ad amare la gioia che all’uomo stesso portava la libertà delle donne, il passo successivo fu quello dell’alimentazione più naturale e adatta all’organismo umano, della tolleranza di tutti i culti religiosi e il ritorno di molti antichi culti femminili e matriarcali.
Fatta la rivoluzione, l’uomo aveva ormai capito che tormentare le donne, chiuderle, vessarle, nasconderle, era parte integrante della sua sofferenza, e, concessale definitivamente la libertà, dopo una lotta secolare, la fine dell’accumulazione capitalistica era ormai giunta al capolinea.
Del resto gli stessi accumulatori non erano mai stati felici.
Tutti capirono che bisognava trovare la strada per per la loro individualità, non per il loro portafoglio.
                                                                       Bruno De Domenico / Antar Chirag 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie del tuo commento, sarà visibile al più presto nel sito.