giovedì 8 dicembre 2011

Contro il cinema U.S.A. e getta

Qualche giorno fa ho visto un bel film indiano.
Parlava di un bambino molto intelligente, ma dislessico non diagnosticato, senza nessuno che lo aiutasse, e soprattutto con una famiglia che tendeva a escluderlo perché lo riteneva il figlio “mal riuscito”.
Per fortuna alla fine trovava un insegnante che lo aiutava e il film finiva bene.
Ma non è di questo che voglio parlare.
Voglio parlare della differenza tra i film che vengono dagli USA, o perlomeno della stragrande maggioranza di essi, e i film che vengono fatti in Europa, Italia compresa, e ancor più nei Paesi cosiddetti “poveri”, o, come si dice con un’orrida espressione, in via di sviluppo, cioè in via di rovina. Per esempio l’India.
Adesso i film dei Paesi come l’India, il Pakistan, film sudamericani, africani o asiatici parlano di cose molto più reali di molti film USA.
Provate a fare un esperimento. Provate a chiedere a chiunque di elencarvi, se gli riesce, 30 film USA, o 20, o almeno 10, e 30 film europei, italiani compresi, oppure 20, oppure 10.
Perché l’esperimento riesca dovete chiedere solo di elencarli a caso avendo come unico criterio il Paese di produzione, non il regista, non il genere, non il cast, non la qualità degli attori e delle attrici e del film in generale, non il successo di pubblico o il riconoscimento con premi a questo o quel festival.
In questo modo avrete un panoramica certo molto approssimativa, ma più varia possibile, del cinema USA, e del cinema europeo o italiano.   Non importa neanche il livello culturale della persona a cui state chiedendo quest’elenco e tanto meno dei film elencati.
In ogni caso, a prescindere dal regista, dal successo, dagli attori e attrici, e di ogni altra variabile, constaterete che la maggioranza dei film USA parlano di eroi che salvano il mondo da una banda di cattivi, lo salvano sempre uccidendo in poche ore qualche migliaio di persone con formidabili mitra, cannoni, bazooka, bombe, quando non ci si mettono anche gli aerei o i carri armati.
Si può trattare o di una banda incistata nei supremi organi del potere (una parte “deviata” della CIA, una qualche multinazionale o un singolo presidente cattivo), dove però il tessuto generale del potere stesso viene presentato come qualcosa di buono e sano ma momentaneamente parassitato dal cattivo di turno, oppure i cattivi possono essere gli alieni, o i russi, o i terroristi arabi, o la mafia, ecc.
Il buono o i buoni alla fine vincono, appunto uccidendo migliaia e migliaia di altri cattivi, perché d’altro canto, non c’è altro modo, che cosa vuoi fare contro un esercito nemico? Siano essi gli alieni, i russi o i terroristi arabi?
Se saremo fortunati nella vita non vedremo neanche una persona che viene assassinata.
Ma ci sorbiamo alla televisione lo “spettacolo” di migliaia di omicidi in poche ore. Naturalmente, i nemici uccisi, (anche quando non si tratta di alieni) vengono rappresentati non come esseri umani ognuno con delle sue emozioni, motivazioni, una famiglia, amori e amici, ma come meri agenti di un’entità malefica che può essere soltanto distrutta. Esattamente come è sempre avvenuto nella propaganda di guerra. Può sembrare banale quest’osservazione, ma abbiamo mai riflettuto su quanto questa visione, questo modo di considerare la soluzione dei problemi, ci sia stata trasmessa, fin da quando eravamo bambini, in migliaia e migliaia di film durante i quali ci siamo “divertiti” a vedere “un buono” che stermina migliaia di “cattivi”?
Ma noi continuiamo a pensare  che tutto questo non abbia effetto sulla nostra psiche, e sulla psiche dei nostri bambini, perché tanto, se siamo sani non ne veniamo influenzati. Il che è come pensare che se uno è sano non viene danneggiato dal mangiare carne putrefatta, latte andato a male, formaggi ammuffiti, frutta marcia, pane raffermo, vino al metanolo, ecc.
Di cosa parlano invece i film europei, o anche quelli indiani, o africani, o sudamericani? Purtroppo la nostra conoscenza  dei film non USA e extraeuropei è limitata, anche perché noi siamo di fatto indottrinati da anni col cinema e coi telefilm su assassini seriali, collezionisti di ossa, torturatori professionisti, stupratori appassionati, e poi psicopatici, sadici, nazisti, mafiosi, narcotrafficanti, alieni conquistatori, terroristi, pugili settantenni, guerriglieri, androidi, mutanti, robot che dominano il mondo, ecc.
Ma per quel poco che ne so questi film parlano di amore, di rapporti tra padri e figli, della salute psichica e fisica, del lavoro, della mancanza di lavoro, del carovita, di integrazione, ecc.
Anche il recente film indiano di più grande successo: “The Millionaire”, cela nel suo impianto quasi fiabesco un significato assai profondo: l’uomo che risponde a tutte le domande postegli dal presentatore, sa rispondere perché ha incontrato e conosciuto tutte le risposte nella sua vita reale, rocambolesca, vissuta fino in fondo, che il film ci fa rivivere, emozione per emozione.
La sua conoscenza, come chiedeva Osho ai suoi insegnanti, non è fondata sui libri, ma sulla vita reale.
Ma ripeto, se non ci credete, fate questo esperimento che dicevo prima, a condizione di chiedere a persone di ogni livello culturale e senza prima chiarire il perché: chiedete di elencare i primi 30 film USA che gli vengono in mente, e i primi 30 film non USA, senza badare a registi, temi, generi, cast.
Vedrete che anche se siamo completamente asserviti agli USA, restano il realismo e la profondità europea , dove l’arte cinematografica non è più mera tecnica per suscitare emozioni e per far soldi. Senza bisogno di ricorrere ad Antonioni e Vittorio De Sica o Pupi Aavti, a Fellini, a Truffaut e a Tarkovski, a Kieslowski e Almodovar.
E’ forse un caso che Chaplin sia stato cacciato dagli USA anche perché aveva fatto “Il grande dittatore”, uno dei più grandi capolavori del cinema, in cui parlava di pacifismo? No! Non è un caso!
Persino i cinepanettoni, che odio profondamente, quelle cose di Boldi e Manuel De Sica, dei comici più inutili, insigificanti, demenziali, in cui il principio e la fine delle storie sono dei coatti arricchiti che vogliono scopare e delle gnocche che vogliono affermarsi/sistemarsi, a New York come in Egitto, a Cortina come a Rimini, persino quelle cose sono comunque più reali e meno dannose, meno orribili di vampiri che ballano sotto docce di sangue, sadici che rapiscono e torturano fanciulle, psichiatri che hanno amici per cena.
                                                          Bruno Chirag
                                                                                 

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